Pubblicato in: Città di Vita, anno X, fasc. 3, pp. 257-258
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Data: maggio-giugno 1955
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Si ripete spesso la felice apostrofe degli angeli in quella divina notte: "Pace sulla terra agli uomini di buona volontà".
E' chiaro che questo invito non è stato accolto, è anche troppo evidente che questo augurio non si è avverato, perchè sulla terra v'è sempre meno pace, come tutti sentono, vedono e patiscono.
Quelle parole angeliche possono avere, come tutte, una contropartita negativa. Esse possono significare anche: "Guerra agli uomini di cattiva volontà". Ma poichè l'idea di guerra non è conciliabile con l'amore di Cristo e con la dolcezza degli angeli, dovremo piuttosto dire, rovesciando la famosa invocazione, che gli uomini di cattiva volontà saranno dominati e tormentati dall'irrequietezza, dall'ansietà e dall'angoscia, cioè dal contrarlo della pace interiore.
Se questo è vero dovremo purtroppo riconoscere che oggi più che mai regna tra gli uomini la cattiva
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volontà. Domanderanno: quando è che l'umana volontà può dirsi cattiva?
Per í cristiani non v'è alcun dubbio o incertezza intorno a ciò che può definirsi come cattiva volontà. Essa è l'opposizione di quella volontà che il Vangelo raccomanda e comanda.
Oggi, sulla terra, predomina la volontà di dominare gli altri uomini invece dí amarli; la volontà di vendicarsi anche delle offese immaginarie o temute invece di quella di perdonare anche le offese reali; la volontà di accumulare a tutti i costi beni materiali invece di farsi, come Cristo consigliò, dei tesori ín cielo; la volontà idiota e perversa di imporre a tutti, anche con la forza, una certa teoria filosofica, una certa forma dí convívenza sociale, una certa ricetta di felicità.
Tutte queste volontà, umane e troppo umane, sono la negazione e la contraddizione della volontà crístíana e siccome sono quelle che oggi ispirano e guidano le azioni delle classi e dei popoli, non v'è da meravigliarsi che la pace sia divenuta ormai tanto rara e precaria mentre dappertutto e in tutte le anime troviamo l'irrequietezza, l'ansietà e l'angoscia.
Firenze, maggio 1955
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